
“Le economie si traducono tutte in danno della scuola cui sottraggono, per dir così, il sangue e la vita”.
Foresti riveste il ruolo di insegnante per quasi un cinquantennio e insieme ad esso regge la carica di preside negli istituti tecnici. In questo lungo arco di vita affronta l’insegnamento non come una professione ma una missione a cui è chiamato per forgiare i giovani e prepararli alla vita. Per questo decide di essere protagonista attivo dell’ambiente scolastico e tenta di innovarlo dall’interno, innalzandone la qualità e facendo in modo che ogni materia abbia un’utilità pratica da riversare nella quotidianità e impiegare nell’immediato futuro lavorativo.
In qualità di preside porta avanti azioni incisive e interviene investendo tutte le risorse a propria disposizione per aumentare l'efficacia dell’istruzione tecnica. Il suo operato non è esente da critiche e accuse che gli vengono mosse soprattutto da quanti si lasciano cullare dall’idea che dinanzi alle ristrettezze economiche la soluzione migliore sia mantenere lo status quo. I giornali contribuiscono a offrire tramite il proprio filtro interpretazioni della realtà distorte e fuorvianti. Alle lamentele fanno da contrappeso l’enorme apprezzamento ricevuto dal corpo insegnante e l’affetto che gli dimostrano gli ex alunni anche a distanza di molti anni dal diploma.
A testimonianza di questa intensa attività ci è rimasta molta documentazione: carte della presidenza, programmi e calendari, lettere dei docenti, che ci calano nel vivo di un periodo denso di impegni e preoccupazioni.